A.N.S.P.I.

Servizio civile nazionale: avvio progetti bando 2015 - Lunedì 5 ottobre 2015

logo servizio civile Servizio Civile Anspi - Bando 2015

 





Avvio progetti Servizio Civile:

Lunedì 5 ottobre 2015


 

 Per maggiori informazioni rivolgersi alle rispettive sedi di attuazione.

Ultimo aggiornamento 28 settembre 2015.

 


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Servizio civile nazionale: bando 2013 - aggiornamento del 13 Gennaio 2014

logo servizio civilePubblicazione delle graduatorie definitive Servizio Civile Anspi - Bando 2013

 

 




Per tutte le informazioni consultare il sito nazionale del servizio civile:

www.serviziocivile.gov.it


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Servizio Civile - La Carta Etica

La Carta Etica - Carta di impegno etico del servizio civile nazionale

L'Ufficio nazionale per il servizio civile e gli enti che partecipano ai progetti di servizio civile nazionale:

  • sono consapevoli di partecipare all'attuazione di una legge che ha come finalità il coinvolgimento delle giovani generazioni nella difesa della Patria con mezzi non armati e non violenti, mediante servizi di utilità sociale. Servizi tesi a costituire e rafforzare i legami che sostanziano e mantengono coesa la società civile, rendono vitali le relazioni all'interno delle comunità, allargano alle categorie più deboli e svantaggiate la partecipazione alla vita sociale, attraverso azioni di solidarietà, di inclusione, di coinvolgimento e partecipazione, che promuovono a vantaggio di tutti il patrimonio culturale e ambientale delle comunità, e realizzano reti di cittadinanza mediante la partecipazione attiva delle persone alla vita della collettività e delle istituzioni a livello locale, nazionale, europeo ed internazionale;
  • considerano che il servizio civile nazionale propone ai giovani l'investimento di un anno della loro vita, in un momento critico di passaggio all'età e alle responsabilità dell'adulto, e si impegnano perciò a far sì che tale proposta avvenga in modo non equivoco, dichiarando cosa al giovane si propone di fare e cosa il giovane potrà apprendere durante l'anno di servizio civile presso l'ente, in modo da metterlo nelle migliori condizioni per valutare l'opportunità della scelta;
  • affermano che il servizio civile nazionale presuppone come metodo di lavoro "l'imparare facendo", a fianco di persone più esperte in grado di trasmettere il loro saper fare ai giovani, lavorandoci insieme, facendoli crescere in esperienza e capacità, valorizzando al massimo le risorse personali di ognuno;
  • riconoscono il diritto dei volontari di essere impegnati per le finalità del progetto e non per esclusivo beneficio dell'ente, di essere pienamente coinvolti nelle diverse fasi di attività e di lavoro del progetto, di verifica critica degli interventi e delle azioni, di non essere impiegati in attività non condivise dalle altre persone dell'ente che partecipano al progetto, di lavorare in affiancamento a persone più esperte in grado di guidarli e di insegnare loro facendo insieme; di potersi confrontare con l'ente secondo procedure certe e chiare fin dall'inizio a partire delle loro modalità di presenza nell'ente, di disporre di momenti di formazione, verifica e discussione del progetto proposti in modo chiaro ed attuati con coerenza;
  • chiedono ai giovani di accettare il dovere di apprendere, farsi carico delle finalità del progetto, partecipare responsabilmente alle attività dell'ente indicate nel progetto di servizio civile nazionale, aprendosi con fiducia al confronto con le persone impegnate nell'ente, esprimendo nel rapporto con gli altri e nel progetto il meglio delle proprie energie, delle proprie capacità, della propria intelligenza, disponibilità e sensibilità, valorizzando le proprie doti personali ed il patrimonio di competenze e conoscenze acquisito, impegnandosi a farlo crescere e migliorarlo;
  • si impegnano a far parte di una rete di soggetti che a livello nazionale accettano e condividono le stesse regole per attuare obiettivi comuni, sono disponibili al confronto e alla verifica delle esperienze e dei risultati, nello spirito di chi rende un servizio al Paese ed intende condividere il proprio impegno con i più giovani.

Servizio Civile - La struttura

LA STRUTTURA E L'ORGANIZZAZIONE ANSPI

Servizio civileLa procedura di accreditamento è la condizione necessaria per la presentazione di progetti e consiste nell'accertamento del possesso, in capo agli enti, dei requisiti strutturali e organizzativi, delle competenze e risorse riservate per lo svolgimento del Servizio Civile Nazionale.

La normativa sull'accreditamento degli Enti di SCN

 

La struttura organizzativa centrale dell'ANSPI

Il Consiglio di Presidenza Nazionale nomina e segnala all'U.N.S.C.:

  • Responsabile Nazionale del Servizio Civile;
  • Progettista;
  • Formatori;
  • Responsabili monitoraggio e valutazione;
  • Responsabili amministrativo e informatico;
  • Tutor;
  • Sistema organizzativo e di comunicazione.

Solo l'ANSPI nazionale con la sua struttura organizzativa centrale è autorizzata ad avere contatti ufficiali con l'Ufficio Nazionale per il Servizio Civile e a presentare i progetti.
La sede organizzativa è a Brescia in via Galileo Galilei, 71.
Per ogni informazione comunicate al seguente indirizzo email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

La struttura organizzativa periferica dell'ANSPI

Le sedi di attuazione
Quali sono?
La sede di attuazione di progetto è l'unità operativa di base dove il volontario andrà ad operare. Ad una stessa sede possono fare riferimento più luoghi fisici purchè siano in possesso di alcuni fondamentali requisiti, in questo caso è fondamentale che nella presentazione del progetto venga espressamente indicato e specificato. Ogni sede al momento dell'accreditamento riceve un suo codice identificativo.
Quali requisiti devono possedere?
  1. Ci sono anzitutto quelli previsti per la sicurezza sui luoghi di lavoro di cui al decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626 e successive modificazioni ed integrazioni.
  2. Ci sono poi quelli riguardanti la capacità organizzativa: ovvero collegamento telefonico ed internet (ADSL), fax, indirizzo email; segreteria e personale di riferimento.
  3. Ci sono poi quelli relativi alla possibilità d'impiego dei volontari: ovvero la presenza dell'OLP (Operatore Locale di Progetto) dotato di capacità e professionalità che fisicamente è presente in quella sede per almeno 10 ore settimanali.
  4. Infine quelli relativi alla formazione: ovvero la disponibilità a partecipare agli eventi formativi specifici organizzati dall'ANSPI Nazionale.
Come si riceve il codice identificativo?
La sede interessata inoltra, su carta intestata, alla segreteria nazionale ANSPI una formale richiesta da parte del responsabile legale dichiarando di possedere i requisiti e di assumersi le responsabilità anche economiche per la gestione dei volontari. Quindi fornisce tutti i riferimenti della sede (indirizzo, telefono, e-mail, nominativi di riferimento) e sottoscrive la carta d'impegno etico.
La segreteria nazionale nei tempi stabiliti dall'UNSC per il riaccredito trasmette e/o modifica i dati relativi alle sedi da attivare o già attivate.
Può una sede essere sospesa o cancellata?
Certamente. Qualora si verifichi il venir meno dei requisiti o anche un'infrazione sulla gestione dei volontari, l'UNSC può emanare con proprio provvedimento la relativa sanzione amministrativa. La segreteria nazionale verifica periodicamente la sussistenza dei requisiti e nel caso di esubero può anche cancellare dall'elenco quelle sedi che ripetutamente risultino assenti agli eventi formativi nazionali e/o non abbiano mai proposto nessun progetto per il SCN.

 

L'operatore locale di progetto
Chi è?
E' il punto di riferimento per il volontario. Da lui il volontario “impara facendo” in un rapporto da “apprendista a maestro”. In qualità di “esperto in SCN”, l'OLP è dotato di capacità e professionalità specifiche inerenti le azioni e gli obiettivi del progetto, in grado di fungere da coordinatore delle attività del progetto in senso ampio e delle attività dei volontari nello specifico, con caratteristiche tali cioè da poter essere “maestro” al volontario. E' disponibile nella sede di attuazione per almeno 10 ore a settimana. Il rapporto tra OLP e volontario è definito in riferimento all'ambito d'impiego e a seconda del livello di complessità dell'attività proposta.
Quali requisiti deve possedere?
Per la qualifica di OLP occorre un titolo di studio attinente alle specifiche attività previste dal progetto, oppure titoli professionali evidenziati da un curriculum, in aggiunta ad almeno due anni di esperienza nelle specifiche attività, unitamente ad un'esperienza di servizio civile, anche ai sensi della legge n. 230 del 1998, oppure una preparazione specifica da acquisire tramite un seminario di almeno un giorno organizzato dall'UNSC o dalle Regioni o Province autonome. L'incarico di OLP è incompatibile con quello di Tutor e di Responsabile locale di ente accreditato.

 

Il responsabile locale ente accreditato
Chi è?
E' una figura che deve essere necessariamente indicata nel progetto quando siano richiesti nella stessa provincia 30 o più volontari su base annua, anche se previsti su progetti differenti. A lui è affidato il coordinamento di tutti i progetti che si riferiscono alla singola provincia e la responsabilità della loro gestione amministrativa ed organizzativa. Rappresenta l'interfaccia per i volontari, per i Tutor e per gli OLP per le questioni organizzative, amministrative e gestionali afferenti ai progetti stessi. Tale incarico può essere espletato per un solo ente e per una sola provincia ed è incompatibile con gli incarichi di Tutor e di OLP.
Quali requisiti deve possedere?
Deve possedere esperienza diretta di gestione di servizio civile volontario in qualità almeno di responsabile di un progetto già terminato, ovvero in qualità di responsabile di sede di servizio civile di cui alla legge n. 230 del 1998 per la durata di almeno un anno.

 

Il tutor
Chi è?
E' una figura che deve essere necessariamente indicata nel progetto solo quando siano richiesti nella stessa provincia 30 o più volontari su base annua, anche se previsti su progetti differenti; al contrario di quanto previsto per il responsabile di ente accreditato, è richiesto un tutor ogni trenta volontari. Deve essere dotato di capacità di gestione delle risorse umane ed incline alle relazioni interpersonali, rappresenta la figura di prima istanza per i volontari, facilita il loro ingresso nelle strutture dell'ente, li accompagna durante il percorso formativo e lo svolgimento delle attività previste dal progetto. Svolge la supervisione delle attività effettuate in relazione a quelle previste nel progetto in costante contatto con il responsabile locale di ente accreditato competente, al quale risponde e per il quale redige periodiche relazioni sull'andamento delle attività, con particolare riferimento al grado di soddisfazione dei volontari ed agli aspetti organizzativi che influiscono negativamente sull'andamento del progetto. Tale incarico può essere espletato per un solo ente e per una sola provincia ed è incompatibile con gli incarichi di OLP e di Responsabile Locale di Ente Accreditato.
Quali requisiti deve possedere?
Deve aver svolto attività di monitoraggio in altri progetti sociali per almeno tre anni. Il periodo è ridotto ad un anno se le predette attività sono state svolte nell'ambito di progetti di servizio civile nazionale; ovvero presso l'ente che chiede l'accreditamento, o in uno dei settori di attività previsti dall'art. 1 della legge n. 64/2001.

 

N.B. Tutte le figure previste dal sistema del SCN sono incompatibili con lo status di volontario. I requisiti richiesti per i sopraelencati incarichi sono dimostrabili mediante autocertificazione resa ai sensi degli art. 46 e 47 del D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445, debitamente firmata dai soli interessati ed accompagnata dalla fotocopia di un documento di identità in corso di validità. Tale dichiarazione si allega alla presentazione dei progetti.

Servizio Civile - La storia

Dal Servizio civile obbligatorio al Servizio civile nazionale volontario.

La storia del Servizio Civile Nazionale affonda le sue radici nella storia dell'obiezione di coscienza di cui è il naturale erede in un rapporto di continuità che non lascia né vuoti né rimpianti.

Nel 1972 - sotto la spinta delle azioni di protesta condotte dalle organizzazioni non violente, del crescente interesse dei cittadini nei confronti dell'obiezione di coscienza e del gran numero di giovani disposti ad affrontare il carcere pur di non prestare un servizio armato - il governo approvò la legge n. 772 "Norme in materia di obiezione di coscienza", che sanciva il diritto all'obiezione per motivi morali, religiosi e filosofici ed istituiva il servizio civile sostitutivo del servizio militare e, pertanto, obbligatorio.

La legge dedicava un solo articolo su 17, alle finalità e all'organizzazione del servizio civile, istituito chiaramente per trovare un impiego agli obiettori.

L'esperienza iniziale di poche decine di coraggiosi, diventava alla fine degli anni '80 l'esperienza di migliaia di giovani anche grazie alla sentenza della Corte Costituzionale (1989) che parificava la durata dei due servizi militare e civile: iniziava l'esplosione numerica degli obiettori che raggiunge nel 1999 la cifra di 110.000 domande. Nello stesso tempo, in modo silenzioso ma sistematico, l'offerta di servizio civile passava da poche decine di associazioni dei primi anni '80, agli oltre 3.500 Comuni abilitati a impiegare obiettori, alle decine di Università, alle oltre 200 Unità Sanitarie Locali, alle 2.000 associazioni locali di Terzo Settore (fine degli anni '90).

L'Anspi è stata una delle prime Associazioni tra gli enti storici del servizio civile che hanno sostenuto il pieno diritto al riconoscimento dell'obiezione di coscienza. Stipulava una convenzione con il Ministero della Difesa, rappresentato da LEVADIFE, per il distacco presso le proprie sedi di n. 500 obiettori di coscienza ai sensi della legge 15 dicembre 1972 n. 772.

Il Servizio Civile diventava una risorsa sociale per il Paese.

L'8 luglio 1998, il Parlamento varava la legge n. 230 "Nuove norme in materia di obiezione di coscienza": l'obiezione di coscienza veniva riconosciuta diritto del cittadino. La norma, che abrogava la legge 772 del 1972, all'art. 1 statuiva: "I cittadini che, per obbedienza alla coscienza, nell'esercizio del diritto alle libertà di pensiero, coscienza e religione (omissis) opponendosi all'uso delle armi, non accettano l'arruolamento nelle Forze armate e nei Corpi armati dello Stato, possono adempiere gli obblighi di leva prestando, in sostituzione del servizio militare, un servizio civile, diverso per natura e autonomo dal servizio militare, ma come questo rispondente al dovere costituzionale di difesa della Patria".

Anche l'Anspi presso le proprie sedi di attuazione, ai sensi della legge 230 del 1998, approntava per ogni obiettore di coscienza il relativo progetto d'impiego soprattutto nelle attività in ambito educativo e culturale, inserendo gli obiettori, dopo un adeguato apprendistato, all'interno degli oratori o nella segreteria organizzativa dei comitati, a seconda delle capacità o dell'indole personale di ognuno.

Contestualmente l'amministrazione di questo servizio veniva sottratta al Ministero della Difesa ed affidata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ove veniva costituito un apposito Ufficio Nazionale per il servizio civile. A riconoscimento dell'importanza di un coinvolgimento dei vari attori del servizio civile veniva creata la Consulta Nazionale del Servizio Civile. La legge istituiva, inoltre, il Fondo nazionale per il Servizio Civile nel quale confluivano i fondi prima gestiti dal Ministero della Difesa e nel quale potevano essere versate donazioni pubbliche e private finalizzate alle attività che si intendono sostenere.

Dal 1 gennaio 2000 le competenze passavano all'UNSC con il quale l'ANSPI continuava a curare i rapporti per l'assegnazione degli obiettori e per le comunicazioni di competenza comprese quelle dell'anticipo della paga mensile spettante ai sensi di legge.

La legge veniva approvata alla vigilia della riforma che portò ad un nuovo sistema di Forze Armate su base esclusivamente volontaria. Tale riforma, fortemente innovativa, è stata attuata dal Parlamento il 14 novembre 2000 attraverso la legge 331 "Norma per la istituzione del servizio militare professionale"; tale norma fissava al 1° gennaio 2007 la data di sospensione della leva obbligatoria che successivamente venne anticipata al 1° gennaio 2005 (legge 23 agosto 2004 n. 226). Le esperienze costruite con gli obiettori di coscienza in un andirivieni di luci ed ombre, in oltre 25 anni di attività, hanno tuttavia costituito una risorsa rilevante delle politiche sociali, un'esperienza di nuovo patto di cittadinanza fra i giovani e le istituzioni, dove doveri di socialità e diritti individuali trovano un punto di equilibrio.

Il 6 Marzo 2001 il Parlamento Italiano approvava la legge n° 64, che istituiva il Servizio Civile Nazionale; un Servizio volontario aperto anche alle donne, concepito come opportunità unica messa a disposizione dei giovani dai 18 ai 26 anni, che intendevano effettuare un percorso di formazione sociale, civica, culturale e professionale attraverso l'esperienza umana di solidarietà sociale, attività di cooperazione nazionale ed internazionale, di salvaguardia e tutela del patrimonio nazionale.

L'ANSPI chiedeva l'iscrizione all'albo nazionale provvisorio degli enti di servizio civile nazionale ed otteneva con determina del 07 settembre 2004 l'iscrizione alla seconda classe.

Nel febbraio 2004 veniva costituito il Comitato di consulenza per la difesa civile non armata e non violenta con il fine di individuare indirizzi e strategie di cui l'UNSC potesse tenere conto nella predisposizione di forme di ricerca e di sperimentazione di difesa civile non armata e non violenta.

L'ANSPI accoglieva per il servizio civile sia gli obiettori, sino alla decisione del parlamento con la legge n. 226 del 23 agosto 2004, che le volontarie con il progetto “Arcobaleno” approvato nel 2004/2005.

Il 23 agosto 2004 veniva promulgata la legge n. 226 che anticipa al 1° gennaio 2005 la sospensione della leva obbligatoria. Tale data segnava di fatto l'inizio della seconda fase di applicazione della legge 64 del 2001 che ha portato alla gestione dei soli "volontari" di SCN.

Iniziava la nuova era del Servizio Civile Nazionale.

Dal 1° gennaio 2005 entrava in vigore - ai sensi dell'art.2 del D.L. 9 novembre 2004 n°266 - l'art. 3 comma 1 del d.lgs n°77 del 5 aprile 2002 che innalzava il limite di età dei volontari a 28 anni. Con la pubblicazione del Decreto legge 30 giugno 2005, n° 115 calava definitivamente il sipario sulla lunga ed accesa vicenda della obiezione di coscienza, consentendo agli obiettori in servizio, la possibilità di concludere la propria esperienza di servizio civile obbligatorio al 1° luglio 2005 anticipando la naturale scadenza prevista ad ottobre 2005. Il 2005 è stato quindi l'anno nel quale anche ai ragazzi è stato concesso di partecipare volontariamente al SCN: passando dal 6% di adesioni maschili del 2004, al 25% del 2005.

Nel 2006 il Servizio Civile Nazionale ha festeggiato il suo primo lustro di vita. Il consenso dei giovani è cresciuto di anno in anno: dai 181 ragazzi del 2001, si è passati ai 45.175 del 2005, per arrivare ai circa 50.000 previsti a fine 2006. Si sono raccolte le prime tesi di laurea sul tema "Servizio Civile Nazionale" a testimonianza del desiderio di approfondire la conoscenza del vero significato del "servizio", delle problematiche e dei valori connessi a questa esperienza tutta italiana che è il Servizio Civile Nazionale.

La partecipazione civica attraverso il volontariato e l'associazionismo di promozione sociale è tuttora uno dei tratti più significativi della storia del nostro Paese. Questa partecipazione, che si manifesta ogni giorno e diventa impressionante nelle emergenze della storia nazionale, ha radici profonde, secolari e trova linfa nei valori religiosi e laici di solidarietà, eguaglianza, giustizia sociale, partecipazione diretta.

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